24 Gen 2017

La Tradizione del Cafè Chantant

Il Cafè Chantant

La storia del cafè chantant affonda le sua radici nella lontana Parigi del Settecento, in un’epoca in cui la città  diviene il centro propulsore della Belle Epoque e una rinnovata atmosfera di benessere spinge le persone a ricercare svago e bellezza in ogni dove.

I primi spettacoli non si distinguono per una particolare attenzione alla scenografia, la cui importanza è sottovalutata a favore di altri aspetti, ma con il passare del tempo, quando la tradizione del Cafè chantat si diffonde a Parigi e nelle altre città  d’Europa, la concorrenza aumenta e i locali vanno a “caccia” delle sciantose più belle e desiderate della città .

Così i caffè iniziano ad essere decorati da artisti di grande fama del calibro di Vincent Van Gogh, George Braques, Cezanne e Modigliani, e l’atmosfera diventa poco alla volta sempre più ricercata, perfetta per quell’élite che scopre la bellezza di intrattenersi in luoghi deliziosi.

 

La tradizione napoletana del Cafè Chantant

Il Cafè Chantant è uno spettacolo di spicco del teatro partenopeo che ha saputo tratte il meglio dalla tradizione d’origine parigina e ha elaborato caratteri propri e distintivi, tali da renderlo un’esperienza unica al mondo.

Nella versione napoletana la “chanteuse parigina” si trasforma nella “sciantosa napoletana” e i caffè partenopei aprono le porte alle artiste più affascinanti della città , offrendo alla clientela un intrattenimento musicale di alto livello. Ad essere rappresentati, infatti, non sono più semplici motivetti bensì arie tratte dalle più famose opere liriche del tempo, interpretate da cantanti che seducono l’intero pubblico con il loro charme.

Il termine sciantosa designa la cosiddetta femme fatale, la donna sensuale e dotata di arti ammaliatrici che fa impazzire il pubblico con le sue moine ed ha una voce fuori dal comune. La sciantosa per eccellenza è bella, aggraziata nel portamento e misteriosa nello sguardo, ha un accento straniero e un passato intrigante da raccontare, fatto di storie d’amore cariche di passione e malinconia. Le più ricche si esibiscono portandosi dietro una claquer personale, ossia un pubblico pronto ad applaudire alla fine dell’esibizione e a coinvolgere gli spettatori per rende l’atmosfera della sala più calda. In questo modo diventano famose e ricercate in tutti i locali della città  e si trasformano in icone di charme e stile

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Il Cafè Chantant al Gambrinus

La tradizione del Cafè chantant, seguendo la scia dell’enorme successo francese, arriva a Napoli nell’Ottocento e il Gambrinus è uno dei primi locali ad aprirle le porte, divenendo un luogo di ritrovo fondamentale per la raffinata nobiltà  napoletana. Qui si susseguono intellettuali e artisti di grandissimo spessore, come Gabriele D’annunzio, Matilde Serao, Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Benedetto Croce ed Eduardo De Filippo, che contribuiscono a scrivere e ad arricchire la storia del locale.

Un momento di difficoltà  si verifica nel corso della seconda guerra mondiale, quando il locale viene ridotto ad una piccola stanzetta perché ritenuto un covo di antifascisti. Tuttavia, con la famiglia Sergio, gli attuali gestori del Gambrinus, si recuperano i locali chiusi e Napoli ritrova definitivamente uno dei primi e più prestigiosi Cafè chantant d’Italia.

Ancora oggi questo spettacolo in musica è riproposto nelle sale dorate del Gambrinus, quelle in cui si respira la magia della Belle Epoque napoletana ed è proprio la sua dolce atmosfera anacronistica, che conserva la bellezza del passato ma non si chiude dinanzi alla modernità , a rendere il Gambrinus una realtà  estremamente affascinante.