18 Ott 2019

Gli artisti del Gambrinus: Luigi Scorrano

di Simona Vitagliano

Tra i dipinti che compaiono sulle pareti del Gran Caffè Gambrinus, agli occhi degli estimatori delle immagini pulite e romantiche sicuramente balzerà  un quadro intitolato “Trottoir” realizzato dal pittore pugliese Luigi Scorrano.

Soggetto dell’immagine, sullo sfondo, è Napoli con il suo Castel dell’Ovo immediatamente riconoscibile sulla destra, mentre alberi e fiori incorniciano due figure a cavallo in primo piano. La delicatezza con cui tutto questo è raffigurato è davvero incredibile e ci riporta con la mente ad altri tempi.

Ma chi era Luigi Scorrano e qual è la sua storia?

Un artista “adottato” da Napoli

Luigi Scorrano è nato a Lecce nel 1849, in una famiglia piuttosto modesta.

Da ragazzo si trasferì a Napoli per studiare presso l’Accademia delle Belle Arti e fu allievo di due grandi nomi del tempo: Domenico Morelli e Giuseppe Mancinelli. Un rapporto di stima reciproca, soprattutto quello col Morelli, che andò via via consolidandosi sempre più, tanto che il maestro si fece sostituire da lui nell’insegnamento della pittura per ben due anni, tra il 1899 e il 1900, a causa di un problema di salute.

Durante il corso di studi, Scorrano vinse anche parecchi premi, dedicandosi principalmente al quadro sacro e alla pittura di genere: la sua fu un’attività  molto prolifica che lo portò ad esporre le sue opere ad importanti  esposizioni nazionali, come la Promotrice “Salvator Rosa” di Napoli, sbarcando anche in città  come Livorno, Genova e Roma.

Va ricordato, tra l’altro, che molti dei suoi lavori sono stati acquistati anche da enti di spessore: la Provincia di Napoli, ad esempio, ha comprato “Dorme” e “Un battesimo a Cassino”, il Ministero della Pubblica Istruzione, invece, si è conquistato “Una Rebecca della Campania” mentre “L’ambasciata di matrimonio” è finita al Ministero di Grazia e Giustizia. Anche la sua Lecce porta in seno alcune delle sue opere e l’elenco sarebbe ancora lunghissimo (includendo, ovviamente, anche il Gambrinus).

La parte finale della vita dell’artista si è svolta ad Urbino, dove fu nominato direttore del Regio Istituto di Belle Arti, dove Scorrano insegnò e fu direttore; è stato proprio lì che è morto, nel 1924.

Le sue opere, tuttavia, continuano a rendergli eterno omaggio in tutte le città  che le ospitano, con quelle pennellate che, secondo molti, ricordano in qualche modo lo stile del pittore abruzzese Filippo Palizzi.