
Come fare il caffè a casa in questi giorni di “ozio forzato”
Articolo scritto da Michele Sergio e pubblicato su il Roma del 15 marzo 2020
L’Italia paese dell’arte, della cultura e del buon cibo. Parlando del Bel Paese il pensiero sovente corre alla gente che affolla le strade per lo shopping quotidiani, alle tante persone che trascorrono lunghe pause al tavolo di un ristorante o dinnanzi al banco di un bar a gustarsi il nostro espresso conosciuto ed amato in tutto il mondo.
Questo fino a qualche giorno fa; prima dell’arrivo del coronavirus nel nostro paese. Partito dalla Cina oramai diffuso nell’intero globo, tant’è che l’OMS ha dichiarato la pandemia il nuovo nemico invisibile ha sconvolto completamente abitudini, usi e costumi. Per evitare il contagio, infatti, le autorità sconsigliano contatti fisici, frequentazioni e, più in generale, di uscire di casa.
La vita di oltre 60 milioni di italiani è così improvvisamente cambiata avendo gli stessi saggiamente deciso di restare a casa nell’attesa che la parabola del contagio cominci la fase discendente.
Chiusi i bar, soprattutto per noi napoletani ma più in generale per tutti gli italiani una delle rinunce più faticose è senz’altro quella alla tazza di caffè con familiari, amici e colleghi; ma l’italiano al caffè non rinuncia!
È così anche con più tempo a disposizione gli italiani hanno preso ad ingegnarsi nella preparazione casalinga del caffè. Chi con la classica moka, chi con il sistema capsule e cialde stiamo tutti riscoprendo il piacere e la bontà della tazzina fatta in casa. In questi giorni di “ozio” forzato c’è anche chi ha “rispolverato” l’antica cuccumella napoletana. Altri si sta avvicinando al caffè preparato alla francese ovvero la french press (la caffettiera francese a stantuffo) o all’americana utilizzando il chemex o il v-60 (sono sistemi con filtro di carta a forma di imbuto dove all’interno si mette la polvere di caffè e poi dopo si versa l’acqua calda e il caffè così realizzato sarà raccolto in un raccoglitore posizionato al di sotto).
Tutti ovviamente speriamo di ritornare quanto prima a bere il nostro espresso al bar che ci sembrerà ancor più buono dopo essercene forzosamente privati assaporandone il gusto nuovo del ricordo di uno scampato pericolo. Ci resterà, però, anche il piacere, di tanto in tanto, di preparare un buon caffè in casa che gli eventi eccezionali hanno insegnato ad amare.
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