09 Mag 2020

Come sarà la riapertura dei bar

Articolo scritto da Michele Sergio e pubblicato su il Roma il 26 aprile

Siamo tutti in attesa di potere tornare al bar, gustare il nostro amato espresso, vivere quell’atto quotidiano di condivisione sociale che bere un caffè rappresenta. I bar, infatti, sono il luogo ideale dove sviluppare e coltivare i rapporti con gli altri ed estrinsecare la propria personalità. Tante le sfaccettature, sotto il profilo antropologico-sociale, che sarebbe interessante analizzare. Quello però che oggi maggiormente interessa è capire come cambierà (se cambierà) il modo di prendere il caffè al bar “post-coronavirus”. Certamente il pericolo di contagio (seppure ridotto) rimane ancora e le istituzioni insistono nel mantenere alte le misure per il contenimento dello stesso (protezioni personali, distanziamento sociale, pulizia frequente, ecc).

Molti titolari di caffetterie (ma anche di ristoranti e pizzerie) in questi giorni sui loro social stanno comunicando che non sarà possibile riaprire le loro attività. I due mesi di stop forzato hanno sfilacciato un tessuto sociale ed economico che si era stratificato negli anni e aveva creato la “normalità”, la vita che conosciamo. Le previsioni non sono delle più incoraggianti: pochi clienti, nessun turista e molti avventori impauriti nell’entrare nei locali. La scarsità di denaro e le distanze fisiche tra avventori penalizzeranno l’affluenza nei bar. I gestori, dal canto loro, dovranno ridurre i tavoli per garantire la distanza tra avventori e regolare l’accesso al bancone. In tale quadro bisogna effettivamente aspettarsi incassi ridotti e chiusure di attività.

I cambiamenti spaventano e le crisi impauriscono. Allo stesso tempo dobbiamo, però, valutare anche l’altra metà della medaglia. Come diceva Einstein: “la crisi è la più grande benedizione per le persone e per le nazioni perché la crisi porta progresso; […] è nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte, le grandi strategie; chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato”.

C’è da augurarsi che il padre della fisica moderna abbia per l’ennesima volta ragione e che mercato e abitudini evolveranno positivamente e che prendere il caffè al bar sarà ancora un gesto del nostro vivere quotidiano. Quello che sappiamo con certezza è che gli italiani sono dotati di grande forza d’animo, coraggio ed inventiva e che riusciranno a superare anche questa crisi, con un conseguente miglioramento sociale. Quindi forza, coraggio e positività: queste le tre chiavi per superare questo momento drammatico. Ha da passà ‘a nuttata