
Gli artisti del Gambrinus: Francesco Paolo Diodati
di Simona Vitagliano
Tra i dipinti esposti al Gambrinus, spicca una tela dai tenui e freddi colori pastello intitolata “Dopo il San Carlo“, firmata Francesco Paolo Diodati.
Chi era questo artista?
Recupero della tradizione pittorica partenopea
Diodati nacque a Campobasso nel 1864 e sin dalla tenera età mostrò una spiccata predisposizione per le arti, inizialmente dedicandosi alla musica: ottenne, infatti, una borsa di studio che gli permise di seguire i corsi del Conservatorio di S. Pietro a Majella, almeno fin quando, a soli dodici anni, cambiò indirizzo concentrandosi sulla pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli; come mai? Fu un caso fortuito: si era ritrovato a partecipare ad una mostra allestita dalla Società promotrice di belle arti Salvator Rosa e ne rimase folgorato.
Come Scorrano, Volpe e Capone, qui fu allievo di Domenico Morelli ma anche di Gioacchino Toma.
L’artista esordì come pittore a soli 18 anni, nel 1882, alla mostra organizzata dalla Società promotrice di Genova dove espose “In attesa“, un primo quadro che riscosse un discreto successo e che fu l’input che cercava per il futuro: l’anno successivo, infatti, presenziò proprio alla Promotrice Salvator Rosa di Napoli con due quadri che finirono entrambi per essere acquistati dalla Società . Da lì, nacque un rapporto molto intenso con l’ente, fatto di altre esposizioni ed acquisizioni.
Ma qual era il suo stile?
La pittura del Diodati era molto contaminata dagli insegnamenti del Toma, conservando quella malinconia e quell’uso dei grigi e dei colori freddi che aveva imparato dal maestro. Il salto avvenne nel 1886, quando re Umberto I acquistò – per la Galleria di Capodimonte – un suo ritratto a pastello, “Amalia“, ammaliato dalla tecnica a olio dell’artista che si sganciava dalle mode e dalle convenzioni del tempo.
Qualche anno dopo, nel 1893, Diodati partecipò all’Esposizione di Roma con altri due quadri paesaggistici, recuperando la tradizione pittorica partenopea ma, contemporaneamente, sviluppando una tecnica d’effetto fatta di poche pennellate veloci ed essenziali. Seguirono altri dipinti ed altre esposizioni, come anche ulteriori apprezzamenti da parte del re: successi che culminarono nella IV Biennale di Venezia del 1901 e che resero possibile anche l’affiancamento di una seconda attività di restauratore di opere d’arte che svolse nello studio che possedeva presso il convento di S. Maria La Nuova.
Da ricordare “La Porziuncola“, un affresco che raffigurava la comparsa delle stigmate a San Francesco, eseguita nel 1899 per la chiesa di S. Andrea a Nocera dei Pagani, e altri incarichi successivi per la chiesa madre di Frattamaggiore e la Banca d’Italia di Campobasso.
Diodati morì all’età di 76 anni nel giorno della Vigilia di Natale, il 24 Dicembre 1940.
La sua memoria continua ad essere onorata dalle sue opere, custodite in giro per la Campania ed il Molise, e viene portata avanti dai suoi discendenti che, ancora oggi, le rendono omaggio.
Ultimi articoli
Archivi
- Gennaio 2021
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Marzo 2020
- Febbraio 2020
- Gennaio 2020
- Dicembre 2019
- Novembre 2019
- Ottobre 2019
- Settembre 2019
- Agosto 2019
- Luglio 2019
- Giugno 2019
- Maggio 2019
- Aprile 2019
- Marzo 2019
- Febbraio 2019
- Gennaio 2019
- Dicembre 2018
- Novembre 2018
- Ottobre 2018
- Settembre 2018
- Agosto 2018
- Luglio 2018
- Giugno 2018
- Maggio 2018
- Aprile 2018
- Marzo 2018
- Febbraio 2018
- Gennaio 2018
- Dicembre 2017
- Novembre 2017
- Ottobre 2017
- Settembre 2017
- Agosto 2017
- Luglio 2017
- Giugno 2017
- Maggio 2017
- Aprile 2017
- Marzo 2017
- Febbraio 2017
- Gennaio 2017
- Dicembre 2016
- Novembre 2016
- Ottobre 2016
- Settembre 2016
- Luglio 2016