
Il monte Echia e le origini del mito di Parthenope
Ogni città italiana nasconde in se miti e leggende che raccontano la storia vera o presunta sulla sua fondazione e anche la città di Napoli ne possiede una tutta sua, un incantevole e affascinante racconto che vale la pena conoscere.
Il mito di Parthenope
La fondazione della città di Napoli inizia dal mito della Sirena Parthenope, che insieme alle due sirene Ligeia, Leucosia, volevano tentare l’eroe Ulisse. L’episodio che vi racconteremo è infatti narrato nel Canto XII dell’Odissea, il grande poema epico, che narra il ritorno a casa di Odisseo (in latino Ulisse), che vede protagoniste le tre sirene che con il loro canto e la loro rara bellezza desideravano arrestare il viaggio in nave di questo famoso eroe. Secondo la vicenda, Ulisse informato dalla maga Circe del potere delle sirene che avrebbe incontrato lungo il suo cammino, decide di farsi legare all’albero della nave e di farsi tappare le orecchie dei compagni di viaggio, con la promessa che nessuno di loro dovrà slegarlo, durante la traversata. Quando le tre sorelle, nonostante il loro canto, vedono la nave dell’eroe passare indenne, colpite dal dolore e soprattutto dalla vergogna per non essere riuscite nel loro intento, si lasciarono cadere dagli scogli dove di solito irretivano i marinai, e si lasciarono morire nel mare.
Tutte e tre sparirono in un punto diverso e la leggenda vuole che proprio la sirena Parthenope sia stata ritrovata sull’isola di Megaride e seppellita dagli abitanti del luogo. C’è chi pensa che le sue spoglie riposino nei fondali che segnano il punto preciso in cui è stato costruito Castel Dell’Ovo, e che da quel momento in poi stia vegliando sugli abitanti di Napoli che per molto tempo veniva chiamata Parthenope proprio in onore della leggenda di questa sirena.
Tra miti e storia
Al di là dei miti possiamo affermare che storicamente la città di Parthenope, nacque intorno all’ VII secolo a.c e comprendeva non solo l’isolotto di Megaride ma anche la collina di Pizzofalcone,così chiamata per la sua forma che ricorda un becco di falco e dove durante il periodo Angioino si praticava la caccia al falcone.
Questa collina insieme all’isolotto di Megaride rappresentavano il residuo dell’antico cratere del Monte Echia dove ebbe sede la sontuosa Villa di Lucullo i cui giardini arrivavano fino al mare.
Parthenope subì però un lento declino dovuto al predominio commerciale e militare degli etruschi nell’area fu arrestato solo qualche secolo più avanti quando i greci di Cuma poterono ripopolare il vecchio borgo che assunse il nome di Palepolis (città vecchia), mentre, a pochi chilometri di distanza, verso est, veniva fondata Neapolis (città nuova), un nuovo e più grande centro, fortificato e dotato di un ampio porto.
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