
Kanelbullar, il tipico dolce svedese
di Simona Vitagliano
Da quando l’IKEA ha aperto le sue sedi nelle nostre città , la Svezia ci è sembrata di colpo una terra molto più vicina e “a portata di mano”, nonostante le enormi differenze geologiche e geografiche che ci separano.
Ma, in realtà , c’è molto più di questo Paese che possiamo toccare con mano ogni giorno: un esempio è il kanelbullar, il tipico dolce svedese proposto anche nei locali del Gran Caffè Gambrinus!
Un po’ di storia
Per noi napoletani sembrerà quasi incredibile, ma sembra che, fino al XX secolo, il pane disponibile in Svezia fosse assolutamente diverso da quello a cui, oramai, tutto il mondo è abituato: esistevano, ad esempio, i panini morbidi allo zucchero, quelli che noi chiamiamo “bacetti”, ma a quei tempi erano considerati cibo prelibato, tanto da costare un occhio della testa.
Un primo antenato del pane moderno è stato proprio il kanelbullar, una sorta di panetto creato con una pasta arrotolata a “girella”, ottenuta con cannella, farina di frumento, zucchero, burro, cardamomo e altre spezie: è stato il primo reale impiego che la cannella trovò nel Paese, una volta approdata entro il suo perimetro, e trova la sua datazione orientativa intorno agli anni ’20.
Facile da preparare – anche riciclando avanzi della dispensa – e dal gusto particolarmente intenso, grazie alle spezie introdotte nella ricetta, il kanelbullar si fece strada velocemente anche e soprattutto nelle famiglie più povere, durante la Prima Guerra Mondiale, trovando ampio riscontro tra i bambini che ne adoravano l’aroma e potevano essere, quindi, facilmente saziati in economia.
Nessuno sapeva, però, che in questa girandola di pane c’erano anche tanti benefici nutrizionali, poiché è stato recentemente dimostrato che la cannella riduce il livello di zucchero nel sangue, risultando un insospettabile antagonista del diabete, e che il cardamomo addirittura possiede proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.
Ne è nato un vero e proprio mito – fatto anche di varianti preparate modificando i quantitativi dei vari ingredienti -, tanto che questo dolce è diventato un vero e proprio “rimedio della nonna” e la sopracitata IKEA lo ha, infatti, sempre distribuito nella sua filiera, sia presso i punti ristoro degli store sia nelle sue botteghe dedicate al food&drink.
Oggi
Ancora oggi, in Svezia, il kanelbullar è uno spuntino a cui nessuno rinuncia, soprattutto durante la rituale pausa caffè: il governo ha stimato che la media è di 230 unità di dolcetti pro capite all’anno; praticamente quasi uno al giorno! Le stesse statistiche, però, hanno anche rivelato come, rispetto al 1990, il prezzo di ogni singolo kanelbullar sia aumentato addirittura del 72%: un ostacolo economico che, tuttavia, non ne ha frenato la popolarità ma, anzi, che è andato di pari passo ad essa.
Infatti, nel 1999, il Ministero svedese degli Interni ha indetto una festa nazionale dedicata, che si celebra ogni 4 Ottobre: il Kanelbullens dag, per dare la giusta risonanza ad una pietanza simbolo del Paese che ha fatto il giro del mondo (e delle cucine delle casalinghe).
Ormai, il profumo delle kanelbullar è il profumo della Svezia.
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