
La mamma ed il caffè napoletano
Articolo scritto da Michele Sergio e pubblicato su L’Espresso Napoletano del mese di maggio 2019
Chi vive all’ombra del Vesuvio inizia la giornata con l’onnipresente “Tazzulella e cafè”. È la madre che, quasi sempre, per prima si sveglia, prepara, con mani esperte, il primo caffè del giorno, rinnovando, giorno dopo giorno, un antico rituale, fatto di gesti, fasi successive e piccoli segreti tramandati di generazione in generazione alla generazione. Il borbottio del caffè che esce dai piccoli buchi nella colonna della moka, l’aroma che si diffonde attraverso le stanze della casa, compongono il proverbiale richiamo degli altri membri della famiglia. Ricordati dall’inconfondibile segnale olfattivo, mariti e figli vanno in cucina a bere il loro caffè e a fare colazione.
La moka al centro del tavolo, circondata da latte e biscotti, è la regina indiscussa del tavolo della colazione napoletana. Miele, marmellata, cioccolato, cornetti, cereali, altri dolci, elementi aggiuntivi non sono necessari; ciò che invece non può e non deve mancare quando il napoletano si sveglia è la tazza di caffè caldo preparata dall’angelo del focolare, ancor più se un ospite prende parte alla colazione fatta in casa: affermando l’assoluto dominio del caffè sopra ogni altro cibo è un vero elemento di identificazione culturale napoletana e il più grande segno distintivo dell’ospitalità napoletana!
Esemplare è la scena del film “Benvenuti al sud” (2010, regista Luca Miniero, protagonisti dei talentuosi Claudio Bisio e Alessandro Siani) dove a colazione il milanese Alberto (Bisio) chiede il tè al napoletano Mattia (Siani), nel cui casa famiglia è un ospite. La madre di Mattia, dopo aver ascoltato il desiderio originale di Alberto, tra il non credente e l’indignato, reagisce lapidamente e in dialetto: ca ha da fà cu stu tè, ma che ten ‘e mal e panz? “” In un crescendo di dichiarazioni preliminari dei costumi e delle tradizioni napoletane – “necessità ” di sorseggiare un caffè, risolvendo il problema di “lei” (Alberto si rivolge alla madre di Mattia e le racconta di lei, ma lei non capisce con chi sta parlando perché è abituata a più “fatti in casa” “), rispetto assoluto per i posti a tavola (quello dell’ospite non è mai predeterminato in quanto possono prendere quello del figlio), il capofamiglia porta in tavola la” colazione “mattutina: un delirio di mozzarella, salsiccia, broccoli , zabaione, parmigiana di melanzane e, soprattutto, una mokona di caffè!
Il caffè a Napoli è quindi un segno di appartenenza culturale e, offerto agli ospiti, anche durante il giorno, una dimostrazione indispensabile di gentilezza e familiarità . Quando è preparato dalla Madre, tuttavia, diventa un vero gesto d’amore, non solo verso gli affetti più intimi ma anche verso gli altri.
Buona festa a tutte le mamme del mondo.
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