
Pasticceria classica: la millefoglie
di Simona Vitagliano
Quante volte abbiamo servito, ai tavolini del Gambrinus, delle gustose fette di Torta Millefoglie, ai clienti che festeggiavano qualcosa di importante!
Ma quali sono le origini di questo dolce, ormai internazionale?
Proviamo ad andare indietro nel tempo per capirlo.
“Napoleon” diventa “Millefoglie”
In Francia, patria natale di questa leccornia multistrato, la Millefoglie è nota anche col nome di Napoleon.
Secondo le fonti ufficiali, l’origine reale della Millefoglie, in realtà , è sconosciuta, anche se le prime tracce si ritrovano nel libro Cuisinier franà§ois di Franà§ois Pierre de La Varenne, datato 1651. L’ipotesi è quella secondo la quale questo dolce sarebbe stato creato, per la prima volta, per essere portato in tavola ai reali di Francia, ma non ci sono documentazioni su questo.
La versione che conosciamo oggi, comunque, cioè la classica a tre strati di pasta sfoglia con due strati di crema pasticcera, la si deve ad una modifica che venne introdotta nella ricetta tradizionale da Marie-Antoine Caràªme, cuoco e scrittore francese della fine del diciottesimo secolo.
Varianti
Come spesso accade, nel corso del tempo, le ricette si evolvono e cambiano insieme a chi le gusta e le “rivisita”.
Ecco che sono nate così le Millefoglie alla marmellata o al cioccolato o, addirittura, salate, ripiene di formaggi e verdure.
Inoltre, anche la parte superiore può venire arricchita in modi diversi: si va dalla classica glassatura alla spolverata di zucchero a velo e/o cacao, fino a guarnizioni con granella, frutta secca, panna e/o frutta fresca.
Addirittura, è nata una competizione in Australia, a Ouyen, nella Victoria occidentale, la Great Australian Vanilla Slice Triumph, che è una vera e propria gara, che si svolge annualmente, per dichiarare quale sia la migliore Torta Millefoglie.
Come si serve
Di base, l’ideale, per la Millefoglie, è quella di servirla in porzioni-mattonelle, in cui gli strati si mantengano intatti e si sciolgano in bocca una volta toccato il palato.
Nel corso del tempo, però, anche il modo di servire questo dolce si è “modernizzato”, passando da piccole e simpaticissime monoporzioni, ideali anche nella piccola pasticceria, e finendo a versioni “da bicchiere“, dove la struttura si perde e si mescola su se stessa… dando vita a quella che, forse, è la versione più “odiata” dai puristi!
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