09 Dic 2016

Storia della pastiera napoletana tra mito e realtà 

La Pastiera è un tipico dolce napoletano preparato durante il periodo pasquale, diffuso probabilmente intorno al 1600.
A Noi napoletani golosi e amanti dei dolci, si sa amiamo esagerare e la gustosissima pastiera la prepariamo anche nel periodo natalizio, affascinati anche dal lungo processo di preparazione che va ovviamente rispettato, ed ogni famiglia ha la sua ricetta segreta che custodisce gelosamente.

 

I 7 doni per Partenope

La leggenda narra che la sirena Partenope  sia la creatrice di questo dolce; in primavera durante il suo soggiorno nel golfo di Napoli, allietava il popolo napoletano con i sui canti, e la gente del posto per ringraziarla, inviò sette giovani fanciulle con doni provenienti dalla terra:

  • ricotta: simbolo di abbondanza
  • farina: simbolo di ricchezza
  • uova :simbolo di fertilità 
  • grano nel latte: simbolo della fusione del regno animale e vegetale
  • zucchero: per celebrare il dolce canto della sirena
  • spezie: omaggio di tutti i popoli
  • fiori di arancio: profumo della terra campana

 

La sirena portò questi doni agli dei che impressionati dal gesto, mescolarono  tutti gli ingredienti creando la pastiera. Partenope allora fu incaricata dagli di tornare dove aveva ricevuto i doni e farne omaggio ai Napoletani.

Si narra anche la pastiera fece sorridere  Maria Tersa d’Austria,la regina che non rideva mai. Moglie di re Ferdinando II di Borbone ,sorrise per la prima volta quando assaggiò la pastiera ,tanto che il re esclamò : ci voleva la pastiera per far sorridere mia moglie ora dovrò aspettare un’altra pasqua per vederla sorridere di nuovo!

Le operose monache di San Gregorio Armeno

In realtà  la pastiera  è stata creata dalle monache  di clausura del convento  di San Gregorio Armeno. Bravissime pasticciere mescolavano gli ingredienti simbolo della resurrezione e i fiori d arancio del giardino del convento. Avevano una modo di preparare la pasta tutto loro: le suore con le natiche e fianchi più prosperosi  si sedevano dimenandosi sopra l’impasto che era posto sui sedili di marmo del chiostro, sussurrando preghiere.

Le preparavano e le confezionavano per  i nobili e l‘alta borghesia napoletana. Quando i servitori andavano a ritirare le pastiere per conto dei propri padroni ,aprendo il portone facevano fuoriuscire un profumo che si estendeva in tutti i vicoletti e consolando i meno fortunati.

La tradizione vuole che la pastiera, simbolo di pace, si prepari il Giovedì  Santo, e può essere conservata per  almeno 10 giorni.