13 Dic 2019

Pastiera VS Cassata: un dolcissimo duello

di Simona Vitagliano

Se nell’immaginario collettivo la cassata siciliana entra sicuramente a far parte dello scenario food natalizio, per quanto riguarda la pastiera sono in molti a pensare che si tratti di un dolce prettamente pasquale, nonostante non sia infrequente ritrovarla proposta anche sulla tavola del Natale: complici gli ingredienti genuini ed il gusto che la rendono davvero troppo irresistibile per essere consumata soltanto una volta al’anno!

Sebbene si tratti di due ricette completamente diverse, le due preparazioni hanno in comune alcune materie prime: la pastiera, infatti, come ricorda la leggenda che vi abbiamo raccontato qualche tempo fa, annovera tra gli ingredienti ricotta, frutta candita, grano, uova e fiori d’arancio; la cassata, dal canto suo, prevede ricotta di pecora, zucchero, pan di Spagna, pasta reale e frutta candita.

Eppure, i gusti dei preparati finali saranno molto diversi tra loro!

Team pastiera

Chi a Natale preferisce la pastiera ha, di certo, una napoletanità  intrinseca e golosa impossibile da dominare.

Si tratta, in effetti, di un dolce semplice, che affonda le radici nel capoluogo campano, tra i suoi miti, i suoi regnanti ed i suoi pescatori, ed è portatore di un vero e proprio simbolo di Napoli nel mondo.

Con la superficie decorata da quelle strisce di pasta sistemate a quadroni, poi, ricorda una tavola frugale, di campagna, umile, prendendo un significato molto intenso per chi porta la propria città  nel cuore, soprattutto se appartenente alla schiera di persone che si è trasferita altrove per motivi di lavoro o personali.

Team cassata

La cassata, invece, come sappiamo è un dolce siciliano – anche se, nel tempo, è evoluto anche in una concezione tutta napoletana – di origini arabe: la sua ricetta, infatti, affonda le radici nella dominazione in Sicilia risalente ai secoli IX-XI; in quell’occasione, gli arabi importarono sul nuovo territorio prodotti fino a quel momento sconosciuti per i suoi abitanti, come la canna da zucchero, il cedro, il mandarino, la mandorla, l’arancia amara…

Il primo impasto, si dice, avvenne tra le mani di un contadino arabo, arrivando poi alla corte dell’Emiro a Palermo, forgiato e cotto al forno dai suoi cuochi.

La cassata napoletana non è altro che una versione più leggera di quella originale, con ricotta di vaccino invece che di pecora, senza pasta reale, con il pan di Spagna bagnato nel proverbiale liquore Strega del nostro beneventano e ricoperta con glassa di zucchero e decorazioni semplici e gustose.

Insomma, sebbene si tratti di una variante semplificata e più napulegna, si intuisce come chi preferisca la cassata sia qualcuno dal gusto più sofisticato, maggiormente legato ai valori della tradizione (è sicuramente questo il dolce principe delle feste natalizie!) e orientato a fare bella figura con gli ospiti!

 

E voi, da che parte state?